Il 2024 sta segnando ulteriori record climatici a livello di temperatura (vedi 33 ore consecutive sopra lo zero in vetta al Mt Bianco a 4806 mlm). L’aumento di temperatura, scrive Meteo Suisse- “può essere spiegata unicamente tenendo conto del contributo delle attività umane all’aumento delle concentrazioni globali delle emissioni di gas a effetto serra”. In particolare dall’uso di energie fossili (carbone, petrolio) a partire dalla rivoluzione industriale in poi.
Emissioni che se fossero azzerate oggi, consentirebbero al complesso sistema naturale di riassorbire quelle liberate nell’atmosfera. Ma ci vorrebbero parecchi secoli per ritornare ai valori del preindustriale. L’azzeramento potrebbe invece limitare l’aumento a 4-5 gradi (oltre il doppio da preconizzato dalle conferenze ONU e sottoscritto dai governi).
Incombenza climatica e crescente divario nella distribuzione della ricchezza (il 10%più ricchi detiene oltre 85% del totale mondiale), non sembrano scalfire l’arroganza degli odierni “potenti della terra”: finanzieri e grands patrons dell’economia mondiale e fedeli politici a bordo del nuovo lussuosissimo Titanic. Mentre gli organi di diffusione (giornali, catene televisive) in mano ai primi offrono ampio e acritico spazio.
Il capitalismo uscito dalla crisi Covid mira cinicamente “al sodo”: massima e immediata redditività! Evaporato invece lo spirito di “entusiasta solidarietà” che aleggiava fra la popolazione e che sembrava potesse dar avvio ad una “Nuova era” di maggior equità, rispetto delle persone, della natura e di tuti gli esseri che la compongono! Al contrario: il singolo individuo vive sempre più isolato, le sue interazioni sociali limitate a persone/gruppi animati da stesse preferenze, sostanzialmente solo nell’interazione con l’economia: una relazione sostanzialmente di sudditanza!.
Il capitalismo odierno privilegia la produzione di beni e servizi solvibili, che assicurino massimo reddito a chi finanzia(azionisti e fondi investimento). D’obbligo la massima efficienza e produttività (niente tempi morti, minor costo di produzione) e la produzione di merce che abbia mercato (domanda solvibile): vedi armi, merce di lusso, ma anche a basso prezzo (usa getta e/o bassa qualità). I bisogni reali della maggioranza della popolazione (alloggi qualitativi, sanità, mobilità…) offerti a costi accessibili, non entrano in linea di conto; mentre affrontare l’incombenza climatica rimane un optional.
Che fare? In sostanza urge un cambiamento di paradigma culturale ( ovvero dei valori, principi etici, morali, scientifici e relative teorie) che consenta alle persone di liberare la mente dal “fagocitamento” del capitalismo e poter cambiare rotta per evitare l’iceberg .che farà colare a picco l’intero sistema biologico che ha dato vita anche a noi esseri umani.
Marco Bersani (Filosofo, socio fondatore di ATTAC Italia, e saggista)nel suo ultimo saggio fresco di stampa propone quello che chiama “paradigma “della cura”.
Cura di sé, dell’altra, dell’altro, del vivente, del pianeta. Ovvero: dell’insieme degli elementi che compongono e influenzano il funzionamento del sistema Terra su cui può essere riorganizzata la società futura. Bersani indica due condizioni (che chiama Rivoluzioni culturali)per riuscire nell’intento: Liberismo,
1) rovesciare la “cosmogonia” della narrazione liberista”, rimettendo al centro che a)“la natura è l’universo dentro il quale tutto accade; e la società deve essere il luogo dove le persone decidono come organizzare la vita comune”. b)l’economia sia “luogo dentro il quale la società determina come produrre e scambiarsi beni e servizi”.
2) rovesciare l’ideologia liberista (che esalta l’autonomia dell’individuo: indipendente ed solo artefice del proprio destino) ripristinando la funzione primaria della società.
Perché-come già indicò Vykoskij (psicologo e pedagogista sovietico 1896-1934)- l’evoluzione e sviluppo delle facoltà di qualsiasi essere umano è strettamente legata alla dimensione sociale in cui nasce ed evolve.
Pubblicato in Area N°7, 13 settembre 2024,