domenica 2 giugno 2019

Tra l'incudine del precariato e il martello della sorveglianza


Il binomio “Capitalismo – Democrazia” è considerato da molti il miglior modello per garantire performance economica, libertà e sicurezza al cittadino. Affamato di profitto e sempre alla ricerca di produttività, il capitalismo crea e distrugge continuamente. Adotta le innovazioni che facilitano il raggiungimento dell’obiettivo. Ultimo esempio è Web 4.0 – quarta rivoluzione industriale - che associa automazione, robotizzazione a sistemi d’intelligenza artificiale. Essa consente forme radicalmente diverse di organizzazione del lavoro per concepire, sviluppare, produrre merci e servizi. Web 4.0 offre nuove opportunità di lavoro; ma, esigendo altre competenze, genera anche sconvolgimenti, esuberi, nonché forme di lavoro “autonome”, su chiamata alla “Uber”. La cosiddetta Gic economy (economia dei lavoretti) che  “messi tutti assieme- scrive  Riccardo Staglianò –“ superano di gran lunga la fatica e lo stress del lavoro full time, restando ben lontani dalla retribuzione”. Socialmente è una bomba ad orologeria.
Oltre a nuovi modi di concepire e realizzare prodotti e servizi le tecnologie attuali consentono di accedere e sfruttare la miniera dei “big data”. Una “miniera inesauribile che cresce alimentata costantemente dalle “tracce” (informazioni) lasciate da un numero crescente di utenti. Ovvero: utilizzo di una app., acquisto su un sito online, ma anche nei negozi fisici, foto, video, messaggi vocali, tweet, spostamenti, commenti, “I like” - che riguardano i loro comportamenti; ma anche di tutto ciò collegato alla rete. I sempre più potenti sistemi di analisi sorretti dall’intelligenza artificiale (Big Data Analytics ) stillano in tempo reale mappe e identikit specifici su comportamenti, abitudini, preferenze, desideri di singole persone o gruppi, declinati secondo età, sesso, paese. I grandi distributori commerciali quali Migros e Coop conoscono a menadito le preferenze di ciascun detentore di una carta fedeltà. Se volessero – non è una questione tecnica - potrebbero applicare prezzi specifici per ogni cliente.
Dal conoscere pratiche e comportamenti alla tentazione di influenzarli il passo è breve. Lo scandalo Cambridge Analytica, implicata nella campagna a favore di Trump, e che aveva utilizzato dati riguardanti 85 milioni di utenti USA fornitagli da Facebook ha scoperchiato il pentolone. All’ammirazione sfrenata è subentrata la diffidenza. Shoshana Zuboff, prof emerito a Harvard, è più esplicita: i “Big Other” come li chiama– “sono progettati per catturare e  controllare a loro insaputa il comportamento umano”. Mediante un’azione comunicativa personalizzata le aziende possono assicurarsi un vantaggio competitivo sui nuovi mercati. L’autrice definisce tale pratica “capitalismo della sorveglianza” (che è anche il titolo del suo recente saggio) perché gli imprenditori appropriandosi dei dati personali, mettono in pericolo la democrazia manipolando il nostro libero arbitrio”.
Paradossalmente mentre “opinion maker” e stampa denunciavano (giustamente) l’occhio orwelliano degli stati autoritari (Cina, Russia in primis), sono rimasti ciechi riguardo il diffondersi delle pratiche di sorveglianza del capitalismo negli stati democratici, “cadendo - è il caso di dirlo- dal fico”.
Senza accorgerci siamo entrati quindi in un’altra dimensione in cui pochi attori economici sono in grado di influenzare scelte e comportamenti, invadendo campi extra economici. Un capitalismo che pone gli individui tra l’incudine erodendo e precarizzando il lavoro, e il martello della sorveglianza. “Sarà necessario combatterlo - scrive S. Zuboff- trovare nuovi mezzi di azione collettiva,  come seppero farlo  i lavoratori nel 19 secolo   contro  il capitalismo industriale”. Un modo anche per salvaguardare la democrazia.

Pubblicato su Area, Martedì 21 Maggio 2019 link 

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