martedì 19 gennaio 2016

S. GOTTARDO: SICUREZZA SUBITO!



La sicurezza è un principio fondamentale, benché non si possa ambire alla sicurezza assoluta, è compito delle autorità agire affinché essa raggiunga il massimo possibile, agendo sulla riduzione del rischio. Una “canna stradale” con il traffico unidirezionale elimina il rischio dello scontro frontale. E questa è una delle ragioni principali  addotte per giustificare il raddoppio del S. Gottardo. Tuttavia tale ragionamento pecca di semplicità, oltre che di poco realismo: ci i vorranno almeno  20 anni per avere le due canne unidirezionali. Oibò e nel frattempo che se ne fa della sicurezza tanto invocata? Proseguire così come ora? Francamente una scempiaggine. Il progetto due canne voluto dal CF e votato dalle camere è anche e soprattutto anacronistico, antiquato. Come anacronistica la proposta di posare un guard rail per evitare gli scontri frontali dovuti all’invasione di corsia. Anacronistici, superati, legati a concezioni del passato perché non tengono conto di quanto sia evoluta la tecnologia e di cosa essa offra. I moderni veicoli già dispongono di sistemi che consentono di controllare automaticamente il mezzo, impedendogli di invadere una corsia, di scontrarsi con veicoli che lo precedono addirittura di viaggiare senza ausilio di un conducente. Ciò significa concretamente che la sicurezza migliore nel tunnel la si può avere già oggi. Per il S. Gottardo concretamente da dicembre 2016. Basta volerlo. Come? lasciando transitare nel  tunnel unicamente veicoli muniti di suddetti sistemi automatici che impediscono incidenti anche in caso di malore del conducente. I veicoli non consoni varcheranno le Alpi via uno dei due tunnel ferroviari. Da dicembre 2016 è possibile iniziare con i TIR, causa maggiore degli incidenti, per poi semmai estendere progressivamente anche alle automobili. Le eventuali barriere giuridiche sono facilmente aggirabili; alla stessa stregua come fatto per i camion adibiti a trasporti infiammabili che non possono transitare nel tunnel. 
Comprensibile che al comune cittadino siano sconosciute tali possibilità, non scusabile invece l’ignoranza delle opportunità concrete offerte dalla tecnologia da parte di quei politici chiamati a guidarci, e di tutti coloro che coprono ruoli dirigenziali di settori pubblici o privati,  che invocano il raddoppio a nome della sicurezza. È risaputo che quando ci sono in ballo miliardi, oltre tutto di soldi pubblici, la cupidigia è dietro l’angolo. La lobby pro raddoppio spinge e muove le sue pedine. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum recita il proverbio. Non ci sono scusanti per coloro che vogliono continuare a perseverare nell’errore. Se lo fanno è perché vi trovano un tornaconto proprio o ne favoriscono quello di altri, il che fa lo stesso. Quindi sicurezza subito, senza raddoppio tra 20 anni e senza scialacquare oltre  2 miliardi utili per altri ben più importanti progetti.



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