La sicurezza è un
principio fondamentale, benché non si possa ambire alla sicurezza assoluta, è
compito delle autorità agire affinché essa raggiunga il massimo possibile,
agendo sulla riduzione del rischio. Una “canna stradale” con il traffico
unidirezionale elimina il rischio dello scontro frontale. E questa è una
delle ragioni principali addotte per
giustificare il raddoppio del S. Gottardo. Tuttavia tale ragionamento pecca di semplicità, oltre che di poco
realismo: ci i vorranno almeno 20 anni
per avere le due canne unidirezionali. Oibò e nel frattempo che se ne fa della
sicurezza tanto invocata? Proseguire così come ora? Francamente una
scempiaggine. Il progetto due canne voluto dal CF e votato dalle camere è anche
e soprattutto anacronistico, antiquato. Come anacronistica la proposta di
posare un guard rail per evitare gli scontri frontali dovuti all’invasione di
corsia. Anacronistici, superati, legati a concezioni del passato perché non
tengono conto di quanto sia evoluta la tecnologia e di cosa essa offra. I
moderni veicoli già dispongono di sistemi che consentono di controllare
automaticamente il mezzo, impedendogli di invadere una corsia, di scontrarsi
con veicoli che lo precedono addirittura di viaggiare senza ausilio di un
conducente. Ciò significa concretamente che la sicurezza migliore nel tunnel la
si può avere già oggi. Per il S. Gottardo concretamente da dicembre 2016. Basta
volerlo. Come? lasciando transitare nel
tunnel unicamente veicoli muniti di suddetti sistemi automatici che
impediscono incidenti anche in caso di malore del conducente. I veicoli non
consoni varcheranno le Alpi via uno dei due tunnel ferroviari. Da dicembre 2016
è possibile iniziare con i TIR, causa maggiore degli incidenti, per poi semmai
estendere progressivamente anche alle automobili. Le eventuali barriere
giuridiche sono facilmente aggirabili; alla stessa stregua come fatto per i
camion adibiti a trasporti infiammabili che non possono transitare nel
tunnel.
Comprensibile che al comune cittadino siano sconosciute tali possibilità,
non scusabile invece l’ignoranza delle opportunità concrete offerte dalla
tecnologia da parte di quei politici chiamati a guidarci, e di tutti coloro che
coprono ruoli dirigenziali di settori pubblici o privati, che invocano il raddoppio a nome della
sicurezza. È risaputo che quando ci sono in ballo miliardi, oltre tutto di
soldi pubblici, la cupidigia è dietro l’angolo. La lobby pro raddoppio spinge e
muove le sue pedine. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum recita il
proverbio. Non ci sono scusanti per coloro che vogliono continuare a
perseverare nell’errore. Se lo fanno è perché vi trovano un tornaconto proprio
o ne favoriscono quello di altri, il che fa lo stesso. Quindi sicurezza
subito, senza raddoppio tra 20 anni e senza scialacquare oltre 2 miliardi utili per altri ben più importanti
progetti.
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