venerdì 29 maggio 2015

Perché la Lega dei ticinesi vince?


Molto è stato detto e scritto sul successo della Lega, data in perdita di colpi, dopo il decesso del suo conductor padre – padrone ed invece uscita rafforzata  malgrado talune tensioni e divergenze tra i suoi “colonnelli”. Inerzia? Pochezza degli altri partiti? Forse ma non solo, vale la pena di meglio capire le ragioni di tale exploit.  A mio avviso la risposta va ricercata in due direzioni: a) nelle mutate condizioni oggettive in seno alla società non sufficientemente colte dagli altri partiti ; b) nella strategia adottata dalla Lega. Riguardo le mutate condizioni: quello attuale è un periodo storico particolare di transizione, ricco di cambiamenti e povero di certezze: i cicli economici portano seco  ondate che stravolgono l’esistente in cui le sicurezze d’un tempo evaporano e le prospettive appaiono sfuocate, buie.. Di fronte. alla “distruzione creativa del capitalismo” come scriveva J. Schumpeter in cui le cose mutano rapidamente , e dove  tutto è “liquido” per dirla con Z. Bauman,  chi non sa surfare o si ferma, cola a picco. In Ticino gli accordi di libero scambio agevolano l’arrivo di ditte e lavoratori stranieri è percepito da molti come minaccia e concorrenza sleale che genera un peggioramento delle loro condizioni lavorative ed esistenziali. Difficile per chi vive tali trambusti farsi una rappresentazione di cosa potrà accadere in futuro e ancora più difficile agire. Ovviamente è più semplice per coloro che dispongono di risorse: un conto in banca, una formazione e competenze aggiornate, o relazioni;  per gli altri invece poco attrezzati (giovani, adulti, over 50, disoccupati, anziani)  che non hanno nulla, salvo le loro capacità personali, la faccenda si complica e l’avvenire appare loro fosco, generando: preoccupazione, ansia, paura. Nelle situazioni di minaccia, senza “rete” è risaputo che affiorano vari stati d’animo: rabbia, insofferenza, che se non mediate possono originare  atteggiamenti violenti verso sé stessi (suicidi) o verso gli altri (insofferenza, aggressività,..). (Ri)emergono meccanismi primari di salvaguardia individuale o di gruppo, la logica del: io o tu, del noi o gli altri. In tali circostanze il passo verso comportamenti intolleranti, razzisti e di violenza anche fisica può essere assai breve.
Riguardo la strategia della Lega. Vi sono comportamenti e atteggiamenti nelle dinamiche delle persone, in quella dei gruppi e delle masse con caratteristiche e tratti  comuni e che soggiacciono  agli  stessi meccanismi. La psicosociologia li studia da parecchio e ci fornisce strumenti per meglio comprendere.  Un gruppo minacciato cerca un leader che sappia difendere, proteggere, organizzare la difesa e magari attaccare. Quando lo trova e questi da voce al malessere, individua le possibili cause e promette loro di toglierli dall’impiccio lo segue “ciecamente”. W. Bion, psicoanalista inglese, s’interessò ai fenomeni di gruppo durante la 2° guerra mondiale, mise in evidenza comportamenti con “mentalità e schemi  che classificò in “3 assunti di base”: a) dipendenza: il gruppo “si riunisce attorno ad un capo per ricevere nutrimento materiale spirituale, protezione”. b) accoppiamento: nel gruppo sorge una speranza che possa far nascere qualche cosa di nuovo e portare i membri del gruppo verso la salvezza. E’ una speranza di tipo religioso, messianico, quasi magico. c) attacco e fuga: alla base di questo assunto v’è il timore che qualcosa possa mettere in gioco la sopravvivenza del gruppo e che lo spinge a muoversi e rispondere ai pericoli, con  comportamenti generati da sentimenti  sia di rabbia sia di paura,  che fanno oscillare il gruppo tra fuggire e attaccare ed in cui il leader gioca un ruolo nel condizionare il comportamento gruppale. 
La Lega sin dai suoi arbori è stata all’ascolto del malcontento e, a suo modo, se ne fatta  interprete, dandogli voce. Ha stravolto i canoni della comunicazione: dicendo ad alta voce e scrivendo quello che altri sussurrano in luoghi appartati; è diventata altoparlante del disagio: lancia messaggi che toccano problemi sentiti dalle persone: li divulga con un linguaggio spiccio, “popolare”, da bettola  triviale, sovente irricevibile. La lega promette cambiamenti che a suo dire risolveranno i problemi. Infine la Lega si fa interprete e cavalca i sentimenti di rabbia e smarrimento di molte persone in preda all’incertezza del futuro, o a perdite subite; si fa paladina dei problemi della “gente” fa proposte, iniziative: vedi bonus AVS per anziani, sgravi fiscali per classe media, la lotta contro i bilaterali). Dal suo cappello però non sono usciti miracoli, ma talune azioni che hanno mobilitato migliaia di persone(vedi la carovana della libertà) sono oramai inscritte nella storia cantonticinese, contribuendo a cullare la speranza.  Molti hanno scelto il “bus della lega” come scrive Bertagni, sul quale viaggiano cittadini provenienti da varie stratificazioni sociali, professioni, statuto, età e sesso: dal giovane all’anziano, dall’operaio al professionista, da chi ha fatto la scolarità dell’obbligo all’universitario, da chi tira a campare con l’assistenza al benestante, dal “transfuga” di un altro partito, tra cui molti da quelli di sinistra Eppure la coerenza non è proprio di casa:  quanto dicono in pubblico  e scrivono sul loro settimanale, raramente trova riscontro in parlamento, e sovente contraddice  le posizioni dei loro rappresentanti  in CdS. Il popolo, ma anche i politici, ha memoria corta. I romani avevano capito l’importanza del circo per dar sfogo alle tensioni del popolo e al contempo canalizzarne le pulsioni, oggidì  la comunicazione 2.0 e l’interattività  ha sostituito i leoni e gladiatori, ma l’effetto catartico, tutto sommato,  è lo stesso. Il Nano – come molti altri leader populisti probabilmente non conosceva le teorie di Bion, ma le ha messe in pratica comprendendo l’ansia la paura la rabbia, identificando nel nemico esterno (Berna o gli stranieri) la causa delle difficoltà. Chi ne ha colto l’eredità sembra proseguire con la stessa strategia. Una cosa è certa: finché dura la cultura attuale, con parte importante della società civile dipendente, incapace di capire e di agire e da parte di partiti e dell’apparato politico- istituzionale in generale  persisterà l’assenza di comprensione della realtà, la Lega avrà  spazio per  continuare a cavalcare. 

 (Pubblicato su La Regione del 30 maggio 2015)

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