Molto è
stato detto e scritto sul successo della Lega, data in perdita di colpi, dopo
il decesso del suo conductor padre – padrone ed invece uscita rafforzata malgrado talune tensioni e divergenze tra i
suoi “colonnelli”. Inerzia? Pochezza degli altri partiti? Forse ma non solo,
vale la pena di meglio capire le ragioni di tale exploit. A mio avviso la risposta va ricercata in due
direzioni: a) nelle mutate condizioni oggettive in seno alla società non
sufficientemente colte dagli altri partiti ; b) nella strategia adottata dalla
Lega. Riguardo le mutate condizioni: quello attuale è un periodo storico
particolare di transizione, ricco di cambiamenti e povero di certezze: i cicli
economici portano seco ondate che
stravolgono l’esistente in cui le sicurezze d’un tempo evaporano e le
prospettive appaiono sfuocate, buie.. Di fronte. alla “distruzione creativa del
capitalismo” come scriveva J. Schumpeter in cui le cose mutano rapidamente , e
dove tutto è “liquido” per dirla con Z. Bauman, chi non sa surfare o si ferma, cola a picco.
In Ticino gli accordi di libero scambio agevolano l’arrivo di ditte e
lavoratori stranieri è percepito da molti come minaccia e concorrenza sleale
che genera un peggioramento delle loro condizioni lavorative ed esistenziali.
Difficile per chi vive tali trambusti farsi una rappresentazione di cosa potrà
accadere in futuro e ancora più difficile agire. Ovviamente è più semplice per
coloro che dispongono di risorse: un conto in banca, una formazione e competenze
aggiornate, o relazioni; per gli altri
invece poco attrezzati (giovani, adulti, over 50, disoccupati, anziani) che non hanno nulla, salvo le loro capacità
personali, la faccenda si complica e l’avvenire appare loro fosco, generando:
preoccupazione, ansia, paura. Nelle situazioni di minaccia, senza “rete” è
risaputo che affiorano vari stati d’animo: rabbia, insofferenza, che se non
mediate possono originare atteggiamenti
violenti verso sé stessi (suicidi) o verso gli altri (insofferenza,
aggressività,..). (Ri)emergono meccanismi primari di salvaguardia individuale o
di gruppo, la logica del: io o tu, del noi o gli altri. In tali circostanze il
passo verso comportamenti intolleranti, razzisti e di violenza anche fisica può
essere assai breve.
Riguardo la
strategia della Lega. Vi sono comportamenti e atteggiamenti nelle dinamiche
delle persone, in quella dei gruppi e delle masse con caratteristiche e
tratti comuni e che soggiacciono agli
stessi meccanismi. La psicosociologia li studia da parecchio e ci
fornisce strumenti per meglio comprendere.
Un gruppo minacciato cerca un leader che sappia difendere, proteggere,
organizzare la difesa e magari attaccare. Quando lo trova e questi da voce al
malessere, individua le possibili cause e promette loro di toglierli
dall’impiccio lo segue “ciecamente”. W. Bion, psicoanalista inglese,
s’interessò ai fenomeni di gruppo durante la 2° guerra mondiale, mise in
evidenza comportamenti con “mentalità e schemi
che classificò in “3 assunti di base”: a) dipendenza: il gruppo “si
riunisce attorno ad un capo per ricevere nutrimento materiale spirituale,
protezione”. b) accoppiamento: nel gruppo sorge una speranza che possa far
nascere qualche cosa di nuovo e portare i membri del gruppo verso la salvezza.
E’ una speranza di tipo religioso, messianico, quasi magico. c) attacco e fuga:
alla base di questo assunto v’è il timore che qualcosa possa mettere in gioco
la sopravvivenza del gruppo e che lo spinge a muoversi e rispondere ai
pericoli, con comportamenti generati da
sentimenti sia di rabbia sia di
paura, che fanno oscillare il gruppo tra
fuggire e attaccare ed in cui il leader gioca un ruolo nel condizionare il
comportamento gruppale.
La Lega sin
dai suoi arbori è stata all’ascolto del malcontento e, a suo modo, se ne fatta interprete, dandogli voce. Ha stravolto i
canoni della comunicazione: dicendo ad alta voce e scrivendo quello che altri
sussurrano in luoghi appartati; è diventata altoparlante del disagio: lancia
messaggi che toccano problemi sentiti dalle persone: li divulga con un
linguaggio spiccio, “popolare”, da bettola
triviale, sovente irricevibile. La lega promette cambiamenti che a suo
dire risolveranno i problemi. Infine la Lega si fa interprete e cavalca i
sentimenti di rabbia e smarrimento di molte persone in preda all’incertezza del
futuro, o a perdite subite; si fa paladina dei problemi della “gente” fa
proposte, iniziative: vedi bonus AVS per anziani, sgravi fiscali per classe
media, la lotta contro i bilaterali). Dal suo cappello però non sono usciti
miracoli, ma talune azioni che hanno mobilitato migliaia di persone(vedi la
carovana della libertà) sono oramai inscritte nella storia cantonticinese,
contribuendo a cullare la speranza. Molti hanno scelto il “bus della lega” come
scrive Bertagni, sul quale viaggiano cittadini provenienti da varie
stratificazioni sociali, professioni, statuto, età e sesso: dal giovane
all’anziano, dall’operaio al professionista, da chi ha fatto la scolarità
dell’obbligo all’universitario, da chi tira a campare con l’assistenza al
benestante, dal “transfuga” di un altro partito, tra cui molti da quelli di
sinistra Eppure la coerenza non è proprio di casa: quanto dicono in pubblico e scrivono sul loro settimanale, raramente
trova riscontro in parlamento, e sovente contraddice le posizioni dei loro rappresentanti in CdS. Il popolo, ma anche i politici, ha
memoria corta. I romani avevano capito l’importanza del circo per dar sfogo alle
tensioni del popolo e al contempo canalizzarne le pulsioni, oggidì la comunicazione 2.0 e l’interattività ha sostituito i leoni e gladiatori, ma
l’effetto catartico, tutto sommato, è lo
stesso. Il Nano – come molti altri leader populisti probabilmente non conosceva
le teorie di Bion, ma le ha messe in pratica comprendendo l’ansia la paura la
rabbia, identificando nel nemico esterno (Berna o gli stranieri) la causa delle
difficoltà. Chi ne ha colto l’eredità sembra proseguire con la stessa
strategia. Una cosa è certa: finché dura la cultura attuale, con parte
importante della società civile dipendente, incapace di capire e di agire e da
parte di partiti e dell’apparato politico- istituzionale in generale persisterà l’assenza di comprensione della
realtà, la Lega avrà spazio per continuare a cavalcare.
(Pubblicato su La Regione del 30 maggio 2015)
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