Nell’editoriale Globalizzazione e Coronavirus (La Regione 2 marzo 2020)
Roberto Antonini scrive, a proposito di Coronavirus: “ Il microrganismo
ormai a tutti noto da poco più di un mese ci ricorda due cose. La prima è
la fragilità del sistema: oggi un virus provoca un vero e proprio
“grounding” globale di parte dell’economia mondiale (dall’aviazione alla
manifattura, al turismo). La seconda riguarda proprio la visione
antropocentrica che, mettendo al centro dell’universo l’uomo con la sua
smisurata presunzione, ha creato le basi per una moltiplicazione delle
malattie”. Proseguendo riprende i propositi Sonia Shah, filosofa,
neuroscientifica e giornalista : “2/3 dei virus provengono da animali
selvatici. Lo sconvolgimento ambientale (deforestazione, distruzione della
biodiversità), le derive nell’alimentazione (gatti zibetto, serpenti e
pipistrelli in vendita nei mercati asiatici), il riscaldamento climatico
(con le zanzare tigre che oggi portano nel loro nuovo habitat occidentale
malattie virali) sono alla base della trasmissioni all’essere umano di
agenti patogeni innocui per i portatori animali. Come dire che la lotta al
virus non è in fondo dissimile da quella che conduce Greta Thunberg”.
Concludendo con i “ propositi di Philippe Le Bé, giornalista e scrittore
romando: “C’è da sperare la sofferenza alla fine possa risvegliare le
coscienze e portarci a maggior spiritualità “.
Condivido l’inquadramento della problematica relativa alle pandemie, nel loro sviluppo storico, la visione antropocentrica, nonché la fragilità del sistema economico. Ma proprio su quest’ultimo ritengo occorra spingersi oltre interrogandoci sui principi e i meccanismi che reggono sistema economico dominante, il capitalismo nelle sua accezione neoliberista, retto da regole volute dagli uomini. D’altronde lo stesso Smith ritenuto “padre “dell’economia capitalista nel suo testo fondamentale La ricchezza delle nazioni pur affermando che “l’imprenditore di successo, facendo interesse proprio fa anche quello generale” avverte che “in un libero mercato, una combinazione efficace non può aver luogo se non col consenso unanime di ogni singolo commerciante, e non può durare più a lungo di quanto ogni singolo commerciante continui a pensare che possa.” Purtroppo è quanto sta succedendo oggidì, agevolato da un quadro legislativo (vedi Costituzioni ): si ignora, dimentica e/o nega(?) l’avvertimento di Smith del consenso unanime. E allora campo libero all’agire dei grandi fondi d’investimento che procurano agli azionisti benefici di oltre il 15%, ottenuti mediante alti tassi di produttività, tagli di posti di lavoro, delocalizzazioni
dove vigono condizioni produttive favorevoli ( minor costo salariale, legislazioni ambientali e sociali favorevoli al profitto) che beneficiano un’infima minoranza, producono scorie, disastri umani, sociali, ambientali che ci stanno portando alla distruzione del nostro habitat. Forse più che di spiritualità necessitiamo di un ritorno alla politica (con la P maiuscola) che, nel rispetto della sostenibilità biologica - ambientale, delle differenze culturali e geografiche, faccia l’interesse di tutti gli esseri umani.
Pubblicato in La Regione
Condivido l’inquadramento della problematica relativa alle pandemie, nel loro sviluppo storico, la visione antropocentrica, nonché la fragilità del sistema economico. Ma proprio su quest’ultimo ritengo occorra spingersi oltre interrogandoci sui principi e i meccanismi che reggono sistema economico dominante, il capitalismo nelle sua accezione neoliberista, retto da regole volute dagli uomini. D’altronde lo stesso Smith ritenuto “padre “dell’economia capitalista nel suo testo fondamentale La ricchezza delle nazioni pur affermando che “l’imprenditore di successo, facendo interesse proprio fa anche quello generale” avverte che “in un libero mercato, una combinazione efficace non può aver luogo se non col consenso unanime di ogni singolo commerciante, e non può durare più a lungo di quanto ogni singolo commerciante continui a pensare che possa.” Purtroppo è quanto sta succedendo oggidì, agevolato da un quadro legislativo (vedi Costituzioni ): si ignora, dimentica e/o nega(?) l’avvertimento di Smith del consenso unanime. E allora campo libero all’agire dei grandi fondi d’investimento che procurano agli azionisti benefici di oltre il 15%, ottenuti mediante alti tassi di produttività, tagli di posti di lavoro, delocalizzazioni
dove vigono condizioni produttive favorevoli ( minor costo salariale, legislazioni ambientali e sociali favorevoli al profitto) che beneficiano un’infima minoranza, producono scorie, disastri umani, sociali, ambientali che ci stanno portando alla distruzione del nostro habitat. Forse più che di spiritualità necessitiamo di un ritorno alla politica (con la P maiuscola) che, nel rispetto della sostenibilità biologica - ambientale, delle differenze culturali e geografiche, faccia l’interesse di tutti gli esseri umani.
Pubblicato in La Regione
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