Siamo tutti sulla stessa barca, tutti devono remare. È un’ottima metafora che però con il cornavirus incontra difficoltà: le autorità si appellano alla «responsabilizzazione individuale», lamentando comportamenti inadeguati, irresponsabili di taluni; in particolare giovani ed over 65 . Un ministro parla di «coprifuoco». Dove stanno gli inghippi? Una check list per orientarsi. Una premessa. «La responsabilizzazione della popolazione - secondo Olivier Desrichard, docente di salute pubblica all’Università di Ginevra - è fondamentale». Ciò implica che ciascuno possa comprendere quale comportamento deve assumere e sia motivato ad agire per interesse suo e quello collettivo. Necessaria quindi un’informazione trasparente e una comunicazione adeguata che raggiunga tutti.
1. Informazione trasparente. «Ognuno ha il diritto di ricevere liberamente informazioni, nonché di procurarsele presso fonti accessibili a tutti e di diffonderle» recita l’art. 16 della Costituzione federale. «Ciò vale soprattutto nei momenti critici come quelli che stiamo vivendo in cui il Governo limita una parte delle libertà ai cittadini», sostiene Effy Vayena, direttrice dell’Health Ethics and Policy Lab del Politecnico di Zurigo.
2. Qualità dell’informazione. È utile conoscere il numero giornaliero di contagiati e l’incidenza per fasce di età, nonché il numero di ospedalizzati e deceduti. Fondamentale avere la distribuzione per gruppi di età e le cause dei decessi. I dati cinesi (unici finora a livello scientifico) mostrano che la mortalità è maggiore più alta è l’età: 0,2% da 10-39 anni, 0,4% da 40 a 49, 1,3% da 50-59, 3,6 da 60-69, 8% 70-79, 14,8% più di 80. Ma anche che il rischio di mortalità è accresciuto da fattori di comorbidità, ovvero tipologie quali: malattie cardiovascolari,diabete, ipertensione, malattia respiratoria cronica, cancro. Insistere sui gli over 65 è riduttivo, banalizzante. Questione colta dal medico cantonale che il 24 marzo ha precisato che due decessi di persone sotto i 65 anni erano legati a tipologie importanti, senza tuttavia precisarle. È un primo importante passo.
3. Strategia e misure. La strategia adottata per affrontare la pandemia (finalità, fasi previste, obiettivi, misure associate e risultati per ogni singola fase) è parte integrante dell’informazione. Purtroppo della strategia governativa conosciamo solo finalità: ridurre i contagi per spostare il picco a metà luglio, onde evitare il tilt delle strutture sanitarie. Nulla, a differenza di Singapore, su scenari e misure che sicuramente le autorità hanno elaborato (o dovrebbero predisporre). L’inasprimento delle misure di contenimento a distanza di due soli giorni dalle precedenti - quando il loro effetto può essere misurato non prima di cinque giorni (periodo medio d’incubazione) - confonde il cittadino, diffondendo incertezza. E «l’incertezza genera comportamenti irrazionali a volte egoistici, sia presso i giovani sia presso gli anziani» dice Juan Falomir-Pichastor, professore di psicologia all’Università di Ginevra.
4. Comunicazione efficace. Per combattere incertezza e comportamenti inadeguati occorre una comunicazione efficace che arrivi alle varie categorie di persone, come suggeriscono gli specialisti. Ovvero: comunicazione che sia mirata, alla stessa stregua della pubblicità, secondo il target: giovani, adulti, anziani, ma anche di diversa cultura. E qui giocano un ruolo essenziale le dichiarazioni degli influencer, personalità pubbliche, youtuber, che secondo Pascale Roux utilizzano gli stessi codici e linguaggio.
5. Benefici per singolo e comunità. L’impatto dell’azione del singolo riguarda anche la comunità, ed essa può giocare un ruolo affinché ognuno si senta implicato. L’agire in squadra, oltre ad avere tante risorse, fa sentire meno solo l’individuo, dandogli nel contempo forza ed energia per affrontare compiti ardui e/o avversi.
6. Pressione sociale, regole. Ogni comunità vive secondo regole, alcune esplicitate (le leggi, altre meno. Per Olivier Desrichard occorre utilizzare la pressione sociale per diffondere il rispetto delle regole: lavare le mani in pubblico, distanza sociale, spiegando l’utilità di ogni comportamento, ma anche dare consegne chiare e applicabili dalle varie fasce d’età della popolazione.
7. Sanzioni. Nei momenti cruciali come quello che stiamo vivendo
vanno ricordate e precisate le regole per salvaguardare l’integrità del
gruppo e la sua sopravvivenza; tra queste, secondo Pascale Roux,
anche le sanzioni per chi trasgredisce. La barca beccheggia
violentemente, ma non è troppo tardi riprenderne il timone.
Pubblicato in Coriere del Ticino, 28 marzo 2020
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