Filtrano informazioni sui lavori della Commissione gestione del GC circa il Messaggio
M7548 del giugno 2018; oggetto: la richiesta del credito di 100 milioni e il
versamento di 120 milioni alle FFS per “per favorire la realizzazione di un nuovo
stabilimento industriale d’avanguardia FFS per la manutenzione del materiale rotabile
e per l’acquisizione di parte dell’area occupata dallo stabilimento esistente”.
La Commissione ha avviato le prime audizioni, dapprima con i rappresentanti delle maestranze delle officine che avevano manifestato il loro totale dissenso verso la Dichiarazione d’intenti (DI) sottoscritta da FFS-Governo e Municipio, nel dicembre scorso; poi con i rappresentanti dei comuni della bassa Leventina che rivendicano la localizzazione della futuro stabilimento sui terreni ex Monteforno. E ultimamente con quelli dell’Unione dei contadini che critica aspramente la scelta si Arbedo per “la perdita di “superfici fertili” che riducono “il potenziale ecologico della vallata, modificando il paesaggio”
La Commissione dimostra di voler utilizzare l’autonomia di cui dispone per legge, per approfondire la conoscenza del complesso dossier Officine. È un segnale positivo. Compito non facilitato da uno striminzito messaggio (20 paginette che valgono 6 milioni l’una ) in cui la complessa vicenda Officine che va dal 2008 al gennaio 2018, è riassunta in poche righe. Per il CdS vale unicamente quanto è stato sottoscritto nella DI.
Ovvero in pillole:
- i due progetti (Nuovo stabilimento e Mandato di studio per la pianificazione dell’area attuale delle officine- OBe) si svolgono in parallelo, coordinati nella tempistica da una direzione.
- Il Nuovo stabilimento industriale (contenuti e luogo) è di stretta e mera competenza delle FFS (cantone e comuni non hanno voce in capitolo).
- La pianificazione dell’area delle attuali OBe è invece decisa all’unanimità da un gruppo misto in cui le FFS sono rappresentate.
d) Il Ticino versa 120 milioni ricevendo in cambio 45mila mq di superficie delle attuali OBe su cui si prevede la realizzazione del Parco tecnologico (15mila mq) di competenza del Cantone e città, mentre sui rimanenti 30milamq la realizzazione di insediamenti “abitativi, di servizio, culturali, amministrativi e commerciali di prossimità”. Si noti la definizione di prossimità: le FFS si sono assicurate, sta scritto nella DI, il solo diritto di creare centri commerciali sulla propria area. Insomma le FFS riacquistano la totale autonomia decisionale, la Città si riappropria pagando di metà del terreno che donò alle ferrovie a fine ’80. Detto altrimenti un ritorno alla casella di partenza del 2008!
Il lettore e i Commissari attenti alla lunga vicenda si porranno qualche domanda:
1) Che fine ha fatto la scelta governativa del 2010 di puntare sulla strategia del “Centro di competenza nel settore della mobilità sostenibile e ferroviaria (CdC)?
2) che fine ha fatto la Convenzione del 12 novembre 2013 che sigla la creazione della “Fondazione Centro di competenza mobilità sostenibile e ferroviaria”, sottoscritta da 10 partner tra cui Cantone, FFS, Rappresentanti delle maestranze e sindacali, con lo scopo “di costituire una piattaforma modulare nella quale confluiscano tutte le competenze presenti sul territorio regionale e nazionale al fine di incentivare e favorire lo sviluppo di progetti innovativi con sede presso le Officine FFS” quindi con le FFS nel ruolo di attore centrale?
3) Che fine ha fatto e dove sorgerà Centro di competenza avviato con la creazione dell’omonima Fondazione nel 2014, e finanziato durante 4 anni dal Cantone?
4) perché partecipare alla Tavola rotonda istanza ufficiale di discussione (fortemente voluta da Berna dopo scioperi e manifestazioni del 2008) a cui siedono i rappresentanti di FFS, Cantone e maestranze e diretta da Franz Steinegger, ex consigliere nazionale e presidente del nazionale del PLR, se poi FFS e CdS, non informano gli altri sulle trattative avviate tra di loro per redigere e sottoscrivere la DI?
5) Che succederà se l’iniziativa “Per un polo tecnologico industriale nel settore dei trasporti” sottoscritta da 14768 cittadini, tutt’ora giacente sui tavoli del GC ...verrà accettata?
Tutte domande che il Messaggio del Governo sorvola, sottacendo così eventi significativi, ma anche impegni presi, per far valere solo quelli sottoscritti nella DI da tre soli partner.
Affrontare e chiarire tali e altre domande è d’obbligo, oltre che lecito. Per farlo, colmando un’informazione carente, lacunosa (ma anche fuorviante), occorre consultare l’intera documentazione ufficiale. Solo così si assicura una procedura corretta e si creano le condizioni per una scelta con cognizione di causa.
Apparso sul Corriere del Ticino il 3 ottobre 2018
Link a CdT
La Commissione ha avviato le prime audizioni, dapprima con i rappresentanti delle maestranze delle officine che avevano manifestato il loro totale dissenso verso la Dichiarazione d’intenti (DI) sottoscritta da FFS-Governo e Municipio, nel dicembre scorso; poi con i rappresentanti dei comuni della bassa Leventina che rivendicano la localizzazione della futuro stabilimento sui terreni ex Monteforno. E ultimamente con quelli dell’Unione dei contadini che critica aspramente la scelta si Arbedo per “la perdita di “superfici fertili” che riducono “il potenziale ecologico della vallata, modificando il paesaggio”
La Commissione dimostra di voler utilizzare l’autonomia di cui dispone per legge, per approfondire la conoscenza del complesso dossier Officine. È un segnale positivo. Compito non facilitato da uno striminzito messaggio (20 paginette che valgono 6 milioni l’una ) in cui la complessa vicenda Officine che va dal 2008 al gennaio 2018, è riassunta in poche righe. Per il CdS vale unicamente quanto è stato sottoscritto nella DI.
Ovvero in pillole:
- i due progetti (Nuovo stabilimento e Mandato di studio per la pianificazione dell’area attuale delle officine- OBe) si svolgono in parallelo, coordinati nella tempistica da una direzione.
- Il Nuovo stabilimento industriale (contenuti e luogo) è di stretta e mera competenza delle FFS (cantone e comuni non hanno voce in capitolo).
- La pianificazione dell’area delle attuali OBe è invece decisa all’unanimità da un gruppo misto in cui le FFS sono rappresentate.
d) Il Ticino versa 120 milioni ricevendo in cambio 45mila mq di superficie delle attuali OBe su cui si prevede la realizzazione del Parco tecnologico (15mila mq) di competenza del Cantone e città, mentre sui rimanenti 30milamq la realizzazione di insediamenti “abitativi, di servizio, culturali, amministrativi e commerciali di prossimità”. Si noti la definizione di prossimità: le FFS si sono assicurate, sta scritto nella DI, il solo diritto di creare centri commerciali sulla propria area. Insomma le FFS riacquistano la totale autonomia decisionale, la Città si riappropria pagando di metà del terreno che donò alle ferrovie a fine ’80. Detto altrimenti un ritorno alla casella di partenza del 2008!
Il lettore e i Commissari attenti alla lunga vicenda si porranno qualche domanda:
1) Che fine ha fatto la scelta governativa del 2010 di puntare sulla strategia del “Centro di competenza nel settore della mobilità sostenibile e ferroviaria (CdC)?
2) che fine ha fatto la Convenzione del 12 novembre 2013 che sigla la creazione della “Fondazione Centro di competenza mobilità sostenibile e ferroviaria”, sottoscritta da 10 partner tra cui Cantone, FFS, Rappresentanti delle maestranze e sindacali, con lo scopo “di costituire una piattaforma modulare nella quale confluiscano tutte le competenze presenti sul territorio regionale e nazionale al fine di incentivare e favorire lo sviluppo di progetti innovativi con sede presso le Officine FFS” quindi con le FFS nel ruolo di attore centrale?
3) Che fine ha fatto e dove sorgerà Centro di competenza avviato con la creazione dell’omonima Fondazione nel 2014, e finanziato durante 4 anni dal Cantone?
4) perché partecipare alla Tavola rotonda istanza ufficiale di discussione (fortemente voluta da Berna dopo scioperi e manifestazioni del 2008) a cui siedono i rappresentanti di FFS, Cantone e maestranze e diretta da Franz Steinegger, ex consigliere nazionale e presidente del nazionale del PLR, se poi FFS e CdS, non informano gli altri sulle trattative avviate tra di loro per redigere e sottoscrivere la DI?
5) Che succederà se l’iniziativa “Per un polo tecnologico industriale nel settore dei trasporti” sottoscritta da 14768 cittadini, tutt’ora giacente sui tavoli del GC ...verrà accettata?
Tutte domande che il Messaggio del Governo sorvola, sottacendo così eventi significativi, ma anche impegni presi, per far valere solo quelli sottoscritti nella DI da tre soli partner.
Affrontare e chiarire tali e altre domande è d’obbligo, oltre che lecito. Per farlo, colmando un’informazione carente, lacunosa (ma anche fuorviante), occorre consultare l’intera documentazione ufficiale. Solo così si assicura una procedura corretta e si creano le condizioni per una scelta con cognizione di causa.
Apparso sul Corriere del Ticino il 3 ottobre 2018
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