Una questione, assai ignorata durante la campagna elettorale, è rimasta in sospeso nel Locarnese:
l’aggregazione. Benché bocciata nel 2011 da 5 comuni su 7 della riva sinistra della Maggia, essa
appare oggidì più che mai innegabile, perché è necessaria l‘azione congiunta dei comuni volta ad
utilizzare al meglio le risorse disponibili per affrontare i problemi comuni dell’agglomerato locarnese.
Problemi quali la gestione coordinata del traffico veicolare e ciclabile; la collaborazione intercomunale
della polizia per la sicurezza; la gestione dei servizi sociali come quella in favore dei giovani, degli
anziani, la pianificazione e coordinamento di sedi scolastiche e asili nido, di centri sportivi e di quelli
culturali; la gestione efficiente dell’energia con un servizio di consulenza al cittadino; il coordinamento
di servizi pubblici sia tecnici, sia di pianificazione e gestione edilizia; ecc. Tutte questioni che si
possono affrontare meglio mediante integrazione, coordinamento ed uso oculato di risorse e mezzi già
disponibili nei vari servizi comunali, o da creare congiuntamente, quando il singolo comune non ha i
numeri per farlo (operatore sociale, sportelli energia, strutture, ecc). Ciò per rispondere in modo
adeguato alle esigenze dei cittadini, agire con efficienza a livello dell’uso di risorse e mezzi, e risultare
efficaci in termini di risultati. Senza dimenticare che le risorse risparmiate possono essere dirottate
verso altre esigenze e prestazioni non ancora coperte. Lo scettro del potere per il rilancio
dell’aggregazione è nelle mani degli esecutivi, sindaci in primis. In particolare di Muralto e Minusio,
due comuni che assieme e Locarno, formano un’unità urbana della sponda sinistra. Un dubbio plana: i
sindaci di Minusio e Muralto, sono gli stessi che avevano tergiversato, addirittura avversato
l’aggregazione nel 2011, argomentando che il progetto non portava elementi sufficientemente utili per
il loro comune, senza tuttavia spiegare cosa volessero, o cosa avessero negoziato con il gruppo di
lavoro che elaborò il progetto aggregativo, nel quale rappresentavano il loro comune. Nel quadriennio
appena trascorso hanno “tirato diritto“, nicchiando sulla questione, curando il loro “orticello comunale”,
per farlo apparire il più bello e attrattivo. Certo i conti pubblici tornano e, a giudicare da gru e cantieri
edilizi, tutto fila a gonfie vele. Un boom edificatorio senza precedenti, per la gioia di immobiliaristi,
notai ed imprese, meno per l’economia a medio lungo termine. Ma questo sembra non interessare chi
guarda all’immediato. Intanto uno dopo l’altro scompaiono o sono in procinto di esserlo gli alberghi
nelle zone strategiche – nell’ultimo decennio due prestigiosi sul lungolago di Muralto; un terzo chiuso
da tempo è in vendita. Non essendoci vincolo di PR arrischia di diventare l’ennesima residenza di
lusso. A Minusio stessa musica. Apparentemente la situazione finanziaria dei due comuni è positiva,
ma cela invece “debiti occulti”, ovvero spese dovute a investimenti o lavori non svolti, o rimandati alle
prossime generazioni. Esempi? il desolante arredo urbano, lo stato e la manutenzione delle strade, le
poche o mal ridotte vie ciclabili. Il quai di Muralto - biglietto da visita (sic!)- è un susseguirsi di asfalto
rattoppato, pozzanghere, buche; solo la bravura dei giardinieri ne riesce a mitigare il degrado. Non
meglio a Minusio dove l’arredo urbano è da “terzo mondo”, il tratto di riva lago, un unicum
paesaggistico, è trascurato, le strade storiche, i nuclei con muri e facciate inscritti nell’inventario
nazionale ISOS negletti. Quo vadis aggregazione locarnese? Tutto può capitare, nulla è certo; anche
se gli elementi evidenziati non costituiscono premesse positive, qualcosa può, anzi dovrebbe capitare.
Chissà? V’è da sperare che i “new entry”, rari certo, ma preziosi - a mo’ del famoso ” effetto farfalla” -
il battito delle ali di una farfalla può produrre un uragano, descritto da Lorenz - sappiano influire sulla
dinamica dei loro esecutivi. Un auspicio, anzi un’esigenza: si eviti un ulteriore tormentone alibi. AI
sovrano comunque il ruolo di esercitare il controllo.
Pubblicato nel Corriere del Ticino del 16 aprile 2016, pag 33
Pubblicato nel Corriere del Ticino del 16 aprile 2016, pag 33
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