martedì 14 giugno 2016

Aggregazione locarnese quo vadis?


Una questione, assai ignorata durante la campagna elettorale, è rimasta in sospeso nel Locarnese: l’aggregazione. Benché bocciata nel 2011 da 5 comuni su 7 della riva sinistra della Maggia, essa appare oggidì più che mai innegabile, perché è necessaria l‘azione congiunta dei comuni volta ad utilizzare al meglio le risorse disponibili per affrontare i problemi comuni dell’agglomerato locarnese. Problemi quali la gestione coordinata del traffico veicolare e ciclabile; la collaborazione intercomunale della polizia per la sicurezza; la gestione dei servizi sociali come quella in favore dei giovani, degli anziani, la pianificazione e coordinamento di sedi scolastiche e asili nido, di centri sportivi e di quelli culturali; la gestione efficiente dell’energia con un servizio di consulenza al cittadino; il coordinamento di servizi pubblici sia tecnici, sia di pianificazione e gestione edilizia; ecc. Tutte questioni che si possono affrontare meglio mediante integrazione, coordinamento ed uso oculato di risorse e mezzi già disponibili nei vari servizi comunali, o da creare congiuntamente, quando il singolo comune non ha i numeri per farlo (operatore sociale, sportelli energia, strutture, ecc). Ciò per rispondere in modo adeguato alle esigenze dei cittadini, agire con efficienza a livello dell’uso di risorse e mezzi, e risultare efficaci in termini di risultati. Senza dimenticare che le risorse risparmiate possono essere dirottate verso altre esigenze e prestazioni non ancora coperte. Lo scettro del potere per il rilancio dell’aggregazione è nelle mani degli esecutivi, sindaci in primis. In particolare di Muralto e Minusio, due comuni che assieme e Locarno, formano un’unità urbana della sponda sinistra. Un dubbio plana: i sindaci di Minusio e Muralto, sono gli stessi che avevano tergiversato, addirittura avversato l’aggregazione nel 2011, argomentando che il progetto non portava elementi sufficientemente utili per il loro comune, senza tuttavia spiegare cosa volessero, o cosa avessero negoziato con il gruppo di lavoro che elaborò il progetto aggregativo, nel quale rappresentavano il loro comune. Nel quadriennio appena trascorso hanno “tirato diritto“, nicchiando sulla questione, curando il loro “orticello comunale”, per farlo apparire il più bello e attrattivo. Certo i conti pubblici tornano e, a giudicare da gru e cantieri edilizi, tutto fila a gonfie vele. Un boom edificatorio senza precedenti, per la gioia di immobiliaristi, notai ed imprese, meno per l’economia a medio lungo termine. Ma questo sembra non interessare chi guarda all’immediato. Intanto uno dopo l’altro scompaiono o sono in procinto di esserlo gli alberghi nelle zone strategiche – nell’ultimo decennio due prestigiosi sul lungolago di Muralto; un terzo chiuso da tempo è in vendita. Non essendoci vincolo di PR arrischia di diventare l’ennesima residenza di lusso. A Minusio stessa musica. Apparentemente la situazione finanziaria dei due comuni è positiva, ma cela invece “debiti occulti”, ovvero spese dovute a investimenti o lavori non svolti, o rimandati alle prossime generazioni. Esempi? il desolante arredo urbano, lo stato e la manutenzione delle strade, le poche o mal ridotte vie ciclabili. Il quai di Muralto - biglietto da visita (sic!)- è un susseguirsi di asfalto rattoppato, pozzanghere, buche; solo la bravura dei giardinieri ne riesce a mitigare il degrado. Non meglio a Minusio dove l’arredo urbano è da “terzo mondo”, il tratto di riva lago, un unicum paesaggistico, è trascurato, le strade storiche, i nuclei con muri e facciate inscritti nell’inventario nazionale ISOS negletti. Quo vadis aggregazione locarnese? Tutto può capitare, nulla è certo; anche se gli elementi evidenziati non costituiscono premesse positive, qualcosa può, anzi dovrebbe capitare. Chissà? V’è da sperare che i “new entry”, rari certo, ma preziosi - a mo’ del famoso ” effetto farfalla” - il battito delle ali di una farfalla può produrre un uragano, descritto da Lorenz - sappiano influire sulla dinamica dei loro esecutivi. Un auspicio, anzi un’esigenza: si eviti un ulteriore tormentone alibi. AI sovrano comunque il ruolo di esercitare il controllo. 

Pubblicato nel Corriere del Ticino del 16 aprile 2016, pag 33

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