“Narrare (e bene) la sfida più grande” è il titolo dell’editoriale di Azione del 31 luglio scorso in cui Simona Sala solleva importanti interrogativi riguardanti il ruolo della Stampa in un frangete storico in cui “l’urgenza principale è rappresentata da una riflessione collettiva il più possibile serena e ponderata” onde evitare “di ri-creare quella situazione dicotomizzata che avevamo ben conosciuto durante il periodo pandemico, in cui una profonda crepa si è insinuata nelle società democratiche, di colpo spaccate tra negazionisti e non”.
Precisando che “le notizie riportate dai media sono un susseguirsi disordinato di eventi” di ogni tipo “contendendosi l’attenzione del pubblico con i social media…altrettanto caotici” in “ una narrazione (a tratti isterica) senza soluzione di continuità”) Sala preconizza: “una sana presa di coscienza che avviene tramite “una narrazione equilibrata e non gridata, altrimenti” …“ finiremo per ritrovarci nuovamente con una società spaccata in due, come ai tempi del Covid”
l’“accuratezza giornalistica” ovvero: “non sono tanto i roghi a doverci preoccupare quanto più il surriscaldamento delle acque dei mari”.
Un’ottima sintesi, con interrogativi pertinenti riguardanti il ruolo della Stampa.
Due osservazioni la prima concerne precipuamente ruolo e modalità /vincoli di funzionamento della Stampa. Stampa che, come pure osservato da Sala, deve fare i conti con i Social, la cui apparizione ha scombussolato radicalmente contenuti dell’informazione e pratiche sociali di fruizione dell’informazione In meno di una generazione siamo passati dal Tg e notiziario-radio ad orari fissi quali soli punti di riferimento per la maggioranza della popolazione, all’informazione “fai da te”. Una innovazione radicale connotata da:
diversificazione degli attori produttori, rispettivamente diffusori dell’informazione non più appannaggio della sola Stampa; ma anche e soprattutto
nessun obbligo per i Social di osservare la deontologia a cui sono invece vincolati i professionisti della Stampa.
Uno sguardo alla “Carta dei doveri e diritti della/del giornalista” di Impressum (Associazione dei giornalisti della Svizzera e del Principato del Liechtenstein)consente di capirne la portata. Fra i punti significativi in merito al tema trattato, il giornalista è tenuto a:
“ricercare la verità, in virtù del diritto del pubblico di conoscerla, a prescindere dalle conseguenze per sé.
“pubblicare unicamente informazioni, documenti, immagini e suoni di cui sono note le origini
“non sopprimere informazioni o elementi d’informazione essenziali; non denaturare i testi”
“rettificare informazioni rivelatesi materialmente inesatte”.
Gianluca Amdori (Presidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto) va oltre precisando la necessità del giornalista di “dare conto, allorquando non v’è certezza relativamente ad un argomento, delle diverse posizioni in campo, nonché delle diverse analisi nel rispetto del principio di completezza della notizia. Riguardo ai temi di carattere scientifico: “diffondere notizie solo se verificate con fonti qualificate, di carattere nazionale e internazionale, provvedendo ad evidenziare eventuali notizie rivelatesi non veritiere”. Inoltre: “riferirsi a fonti scientifiche molteplici e qualificate; cautela, prudenza ed equilibrio per non creare aspettative infondate o ingiustificati allarmi”.
Gioco forza constatare che in Rete imperversano sempre più informazioni inosservanti(per ignoranza o scelta voluta) di qualsiasi principio deontologico e va per la maggiore un’informazione di parte, interessata (senza dichiararlo) a promuovere altri fini!
E qui sorge il busillis: sempre più persone attingendo la loro informazione sostanzialmente o solo tramite la rete, ignari di quanto sopra e/o comunque indifferenti alla necessità di verificarne la veridicità, sono bersagli e vittime di fake news. Insomma la “zona grigia (priva e/o liberata di seguire la deontologia dell’informazione) è diventata dominante non solamente a livello di offerta, ma soprattutto di domanda (consumo). Conseguenza: il funzionamento del sistema globale dell’odierna informazione assomiglia sempre più a quello del FarWest: libertà di agire, conta il risultato. Una situazione inammissibile in contraddizione oltre che con le norme deontologiche del settore, anche con la Costituzione di qualsiasi Stato democratico.
La seconda osservazione riguarda l’”urgenza di riflessione collettiva.alla quale la Stampa può contribuire quale attore indispensabile.
La “narrazione equilibrata e non gridata” auspicata da Sala è una condizione certamente necessaria, ma non sufficiente, allorquando il soggetto è un gruppo. Infatti, contrariamente alla singola persona, la riflessione di gruppi richiede metodi e regole specifiche, nonché: conoscenza e capacità di gestire le dinamiche derivanti.
Teoria e prassi dimostrano che ciò che fa crescere ed evolvere, individuo e gruppi è la loro capacità di riconoscere e valorizzare le differenze. Differenze che rappresentano il “combustibile “ vitale di ogni gruppo umano.
Per usare le parole di Ruth Cohn: “qualsiasi gruppo che compone una comunità acquista forza quando le persone che lo compongono si realizzano nella rispettiva comunità, e non quando rinunciano alle loro individualità”. “Ogni essere umano si completa nelle relazioni con gli altri e in rapporto ad un compito. Il sentimento del Noi in un gruppo si rafforza attraverso l’affermazione ed il confronto e non quando i soggetti rinunciano a se stessi”
Nello specifico di una “situazione dicotomizzata” la letteratura scientifica fornisce ampia documentazione. Il conflitto tra “fautori/contrari” di “una teoria/una opinione” s’inscrive nella tipologia del conflitto d’ideologia, appartenente alla categoria generale di “conflitto di difesa dell’identità”. Conflitto che appare allorquando individui portatori di ideologie divergenti sono portati a confrontarsi a livello delle loro credenze essenziali (come accade per ProVax -AntiVax) È quindi possibile, oltre che doveroso, affrontare detti conflitti per tentare di risolverli, prendendo spunto da esempi concreti conclusi.Ciò richiede ovviamente l’intervento di specialisti in materia (ne esistono), che siano (condizione fondamentale) accettati da ambo le parti. Ovviamente occorrono pure i mezzi finanziari (relativamente modesti rispetto ad altre spese)questione che non dovrebbe costituire problema per la comunità essendo un tema importante oltre che urgente! Un esercizio che a tutt’ora sembra non godere della necessaria considerazione da parte della politica e dell’autorità pubblica incaricata del governo della Società. Ma questo merita un discorso a parte!.
Pubblicato in Pubblicato in: Naufraghi, 11 agosto 2023 https://naufraghi.ch/narrare-correttamente-e-urgenza-di-una-riflessione-collettiva/
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